giovedì 5 febbraio 2015

UNICEF contrasta i matrimoni precoci

http://www.unicef.it/bambinenonspose
Bambine, non spose

L'8 marzo è una festa per le donne in tutto il mondo, ma difficilmente lo è anche per le decine di milioni di bambine e adolescenti che sono state costrette a rinunciare all'infanzia, alla scuola e a gran parte della propria libertà per sposarsi.

L'UNICEF contrasta il fenomeno dei matrimoni precoci favorendo l'accesso all'istruzione primaria per tutte le bambine, assistendo i governi dei Paesi in via di sviluppo nell'elaborazione di norme più rispettose dei diritti delle bambine e delle donne e sensibilizzando le comunità locali.


http://www.unicef.it/doc/4622/francesco-totti-aderisce-a-8marzodellebambine.htm
Francesco Totti aderisce a #8marzodellebambine
Il calciatore, capitano della Roma e Ambasciatore dell’UNICEF Italia Francesco Totti ha aderito all’iniziativa "#8marzodellebambine - Bambine non spose" contro i matrimoni precoci, lanciata dall’UNICEF Italia in occasione della Giornata Internazionale della Donna.

«Per sottolineare il dramma dell’infanzia negata di milioni di bambine, abbiamo deciso di promuovere l’iniziativa #8marzodellebambine - Bambine non spose» ha ricordato il Presidente dell’UNICEF Italia Giacomo Guerrera.

«Il matrimonio precoce è una violazione dei diritti umani fondamentali e influenza tutti gli aspetti della vita di una ragazza: nega la sua infanzia, compromette l’istruzione limitando le sue potenzialità, mette in pericolo la sua salute e aumenta il rischio di essere vittima di violenze e abusi.

Circa 70 milioni di donne nel mondo in via di sviluppo (esclusa la Cina) tra i 20 e i 24 anni, oltre una su tre, si sono sposate prima dei 18 anni. Se la tendenza attuale proseguirà, entro il 2020, 142 milioni di bambine si sposeranno prima di aver compiuto 18 anni. Parliamo di 14,2 milioni di bambine ogni anno, vale a dire 37.000 ogni giorno.

Vorrei ringraziare Francesco Totti per questo gesto di solidarietà, come anche il nostro testimonial Andrea Lo Cicero e le tante persone che si stanno mobilitando per questa iniziativa. Un ringraziamento particolare a Paola Saluzzi, Goodwill Ambassador dell’UNICEF Italia e nostra testimonial in questa iniziativa, che in un video-messaggio si è fatta interprete delle voci di piccole spose bambine alle quali è stata negata l'infanzia» ha concluso il Presidente dell'UNICEF Italia.


http://www.unicef.it/doc/5566/matrimoni-precoci-africa-si-muove.htm
#endchildmarriagenow, l'Africa si muove contro i matrimoni precoci
 
UNICEF e UNFPA [Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione] hanno accolto con soddisfazione la prima campagna dell’Unione Africana (#endchildmarriagenow) contro i matrimoni precoci, lanciata ieri ad Addis Abeba (Etiopia).

Questa  pratica ha negato l’infanzia a oltre 17 milioni di ragazze – una su tre – in tutto il continente. A livello globale, 9 dei 10 Stati con la più alta incidenza di matrimoni precoci si trovano in Africa: Niger (75%), Ciad e Repubblica Centrafricana (68%), Guinea (63%), Mozambico (56%), Mali (55%), Burkina Faso e Sud Sudan (52%) e Malawi (50%).

«Abbiamo ascoltato persone provenienti dall’Africa interessate a far crescere la loro voce. Ciò a cui abbiamo assistito è un ampio movimento collettivo di leader e organizzazioni che dicono no ai matrimoni precoci» dichiara Martin Mogwanja, Vicedirettore dell’UNICEF.

«Questa spinta degli Africani per gli Africani non deve fermarsi fino a quando ogni ragazza in ogni famiglia e in ogni comunità non avrà il diritto di raggiungere il suo diciottesimo compleanno prima di sposarsi.»

Sebbene la società civile africana faccia da molti anni pressioni sul problema dei matrimoni precoci, questa è la prima volta che un così grande numero di esponenti governativi, delle organizzazioni, delle Agenzie ONU e di singoli individui - incluse giovani e bambine - si impegnano a porre fine a questa pratica.

Non agire costa più che intervenire
«I dati parlano chiaro: il matrimonio precoce è innanzitutto una grave minaccia per la vita delle giovani ragazze e per la loro salute, le prospettive future e rappresenta una violazione dei loro diritti umani fondamentali» afferma Julitta Onabanjo, Direttore UNFPA per la regione dell’Africa Orientale e Meridionale.

«Non fare nulla costa, in termini di diritti non realizzati, delle potenzialità personali e delle opportunità per lo sviluppo vanificate, di gran lunga più di quanto costi intervenire per affrontare il problema. Insieme possiamo porre fine ai matrimoni precoci, come sta accadendo in Etiopia, Malawi, Niger e in molti altri paesi».

La campagna durerà, inizialmente, per un periodo di due anni con lanci a livello nazionale promossi in 10 paesi. Altri Stati hanno mostrato interesse ad aderire all'iniziativa. Obiettivo della campagna sarà principalmente di aumentare la consapevolezza dell’impatto che i matrimoni precoci hanno sulle ragazze e sulla società.

Quando una bambina è costretta a sposarsi, spesso proviene da una famiglia ai margini della società. Occorrono impegni politici decisi, per adottare leggi appropriate e misure a livello istituzionale, sociale ed economico,. per mettere fine a questa pratica.

«Ho subìto un matrimonio forzato e ho sofferto molto» ha raccontato Barira, una diciassettenne del Niger, fuggita dopo esser stata sposata con un adulto all’età di 15 anni. «Mi minacciava per qualsiasi cosa, ogni volta che aprivo bocca.

Sono fuggita. Ho incontrato delle persone sulla strada che mi hanno riportato dai miei genitori. Loro volevano che tornassi indietro e che vivessi con lui, ma mi sono rifiutata. Insistevano, sostenendo che fosse un membro della famiglia e che io non ero nella condizione di poter dire no. Non ho potuto accettarlo, mi picchiava. È stato tutto molto difficile.»

Oltre a UNFPA e UNICEF, la campagna #endchildmarriagenow annovera tra i numerosi partner la Fondazione Ford, UNECA, Save the Children, Plan International, Africa Child Policy Forum (ACPF) e il Dipartimento del Regno Unito per lo Sviluppo Internazionale (DFID).

Nessun commento:

Posta un commento