lunedì 17 agosto 2015

L'adolescenza di Anne Frank

Questa è l'ultima parte del diario di un'adolescente che ha vissuto uno dei periodi più orribili del nostro secolo.


foto di Un ponte per Anne Frank.

 

Martedì 1° agosto 1944

Cara Kitty,
“una contraddizione ambulante” è l’ultima frase della mia lettera precedente e la prima di questa odierna. “Contraddizione”, sai spiegarmi esattamente che cos’è? Come tante parole, anche questa ha due significati: contraddizione dal di fuori e dal di dentro.
La prima vuol dire non accettare le opinioni degli altri, volerla sapere più lunga, avere l’ultima parola, insomma, sono tutte caratteristiche negative per le quali sono ben nota; per la seconda invece non sono famosa, è il mio segreto.
Ti ho già raccontato altre volte che la mia anima è come se fosse divisa in due parti. La prima alberga la mia allegria sfrenata, le continue prese in giro, la gioia di vivere e soprattutto il fatto di vedere il lato positivo in tutte le cose. Con questo voglio dire che non ci trovo niente di male in un flirt, in un bacio, un abbraccio, una battuta spinta. Questo lato di solito sta in agguato e caccia via l’altro che è molto più bello, puro e profondo. Non è vero che il lato buono di Anne non lo conosce nessuno e proprio per questo così pochi riescono a sopportarmi? Certo, sono un pagliaccio divertente per un pomeriggio, ma poi tutti ne hanno abbastanza di me per tutto un mese. ecco, sono proprio come uno di quei film romantici è per le persone serie, semplicemente un diversivo, svago per una volta, qualcosa da dimenticare presto, non tanto brutto, ma ancora meno bello. Mi fa uno strano effetto doverti raccontare questo, ma perché non dovrei farlo, visto che so che è la verità? Il lato più leggero e superficiale di me supererà sempre quello più profondo, quindi prevarrà sempre. Non puoi nemmeno immaginare quante volte ho già provato a spingere via, a nascondere questa Anne, che è solo la metà di tutto quello che si chiama Anne, ma non ci riesco e so anche perché.

Ho molta paura che tutti coloro che mi conoscono come sono sempre, debbano scoprire che ho anche un altro lato, un lato più bello e più buono. Ho paura che mi prendano in giro, che mi trovino ridicola, sentimentale, e non mi prendano sul serio. Sono abituata a non essere presa sul serio, ma soltanto la Anne “superficiale” ci è abituata e lo può sopportare, la Anne più “profonda” invece è troppo debole.
Le volte che riesco effettivamente a far venir fuori per un quarto d’ora la Anne buona, lei si ritrae come una mimosa appena deve parlare, cede la parola alla Anne n° 1 e, prima che me ne renda conto, sparisce.
In compagnia la Anne non si è mai fatta vedere, neppure una volta, mentre quando sono sola è lei a prevalere. So benissimo come vorrei essere e come sono… di dentro, ma purtroppo sono così esclusivamente per me stessa. E questo forse, no, sicuramente, è il motivo per cui dico di avere una natura interiore allegra, mentre gli altri trovano che io sia allegra esteriormente. Dentro la Anne pulita mi indica la via, fuori non sono altro che una capretta scatenata che cerca di liberarsi. Come dicevo, avverto tutto in modo diverso da come lo esprimo, per questo sono stata definita cacciatrice di uomini, civetta, sapientona e lettrice di romanzetti.

L’Anne allegra ride, risponde in modo insolente, si scrolla le spalle con indifferenza, si comporta come se non gliene importasse niente, e invece la Anne silenziosa reagisce in modo opposto. Per essere del tutto sincera voglio confessarti che mi dispiace, che faccio sforzi indicibili per cambiare, ma che mi trovo a combattere contro eserciti sempre più forti.
Tra me sospiro: - Guarda che cosa ne è di te: brutte opinioni, espressioni sarcastiche e costernate, persone che ti trovano antipatica, e questo solo perché non ascolti i buoni consigli della tua metà buona. Oh, vorrei tanto ascoltarli, ma non riesco. Se sono silenziosa e seria tutti pensano che sia uno scherzo e devo salvarmi con una battuta di spirito, per poi non parlare dei miei familiari che pensano che io stia male, mi fanno inghiottire pastiglie per il mal di testa e calmanti, mi toccano il collo e la fronte per sentire se non ho la febbre, s’informano se sono andata di corpo e criticano il mio cattivo umore. Non sopporto, quando si occupano tanto di me, allora sì che divento prima sfacciata, poi triste e alla fine torno a rovesciare il cuore, giro in fuori la parte brutta e in dentro la buona e cerco un modo per diventare come vorrei tanto essere e come potrei essere se… nel mondo non ci fosse nessun altro.

Tua Anne M. Frank

QUI FINISCE IL DIARIO DI ANNE