Kumari Devi: la dea vivente dalle sembianze di una bambina abita in Nepal
Il Nepal è il paese dove si trovano le montagne più alte del mondo,
ma e’ anche il regno della dea Kumari, una dea vivente dalle sembianze
di una bambina, nata da una famiglia buddista ma venerata anche dagli
induisti.
In questo paese himalaiano si pratica ancora l’antica tradizione di
venerare la Kumari (o Kumari Devi): una bambina, non ancora adolescente,
che si crede sia la reincarnazione della dea Taleju (o Durga). Il
termine ‘Kumari’ deriva dal Sanskrito Kaumarya e significa ‘vergine’,
ovvero una giovane non sposata. La Kumari è solitamente venerate sia da
alcuni gruppi di induisti e buddisti.
Kumari non si nasce, ma si diventa! Infatti, vi è un rigoroso processo di selezione tra le bambine d’età compresa tra i 4 e i 7 anni appartenenti alla comunità Saakya,
una casta di religione buddista appartenente alla più vasta comunità
dei Newar, oltre ad essere il clan al quale, si dice, appartenesse
Buddha.
I requisiti minimi che l’aspirante Kumari deve avere sono soprattutto
quelli di godere di una salute di ferro, non aver mai contratto alcuna
malattia e avere ancora tutti i denti. La scelta viene compiuta seguendo
un particolare oroscopo e in base a ben 32 attributi di perfezione (battis lakshanas),
tra cui il colore degli occhi, la forma dei denti o addirittura il
suono della voce. Le bambine che corrispondono a questi attributi
vengono condotte in una stanza buia dove si svolgono dei rituali
tantrici terrificanti. La bambina che rimarrà calma e imperturbata,
dando segni di serenità, sarà scelta come la futura Kumari e preparata
per i rituali.
Si crede infatti che, dopo alcune cerimonie di purificazione, lo
spirito della dea Taleju entri nel corpo della bambina prescelta, per
cui le verrà dato il titolo di Kumari Devi e da quel momento sarà
venerata in tutte le occasioni religiose. La bambina abiterà nella
residenza delle Kumari, chiamata ‘Kumari Ghar’, che si trova nella
piazza del palazzo di Hanumandhoka, una zona centrale di Kathmandu. La
Kumari officerà quotidianamente dei rituali e non lascerà la sua nuova
residenza se non per eventi particolari e situazioni ben precise.
Un appuntamento importante nella vita delle Kumari e rappresentato della festività dell’Indra Jatra
(la festa del dio della pioggia) che si celebra solitamente nel mese di
settembre. In questa occasione, la piccola dea Kumari, propriamente
adornata per l’occasione, viene condotta in una processione religiosa
per alcune strade della città di Katmandu. Questa ricorrenza annuale è
solitamente attesa da tantissima gente, che si raduna nella capitale per
vedere la dea vivente e ottenere la sua benedizione. Nel passato, la
tradizione voleva che la dea Kumari benedicesse sua maestà il Re del
Nepal. Infatti, la Kumari, proprio per i suoi poteri soprannaturali, era
l’unica persona verso la quale il re s’inchinasse.
L’esperienza terrena della dea Taleju nelle sembianze (e nel corpo in
prestito) della bambina terminerà con l’arrivo della pubertà, dopodiché
si crede che la dea abbandoni il corpo della bambina. A quel punto si
scatenerà una ricerca assidua per individuare la prossima Kumari. Per
via dell’assiduità e difficolta della ricerca, alcuni esperti hanno
comparato la ricerca della futura Kumari al processo d’individuazione e
selezione della reincarnazione del Dalai Lama in Tibet.
In passato, le piccole Kumari non ricevevano alcuna educazione poiché
si pensava che fossero omniscienti. Tuttavia, questa pratica è cambiata
con il tempo e oggi anche le Kumari e ricevono un’educazione,
soprattutto in vista del loro rientro nella società.
Molti sono i dibattiti e i dubbi intorno a questa pratica,
soprattutto circa la potenziale violazione del diritto di queste bambine
ad una infanzia normale, passata giocare con gli altri bambini senza
aver paura di farsi male o ammalarsi per paura che lo spirito della dea
possa lasciare il corpo.
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