Il termine pedofilia deriva dal greco pais, paidos (bambino) e philìa (amicizia, affetto) e sta a significare letteralmente amore per i bambini.
Testualmente la parola pedofilia potrebbe perciò indicare e designare
una predisposizione naturale dell'adulto verso il fanciullo o intendersi
come forma educativa o pedagogica.
Esiste, però, un confine
sottilissimo tra le intenzioni delle persone e i loro comportamenti.
Attenzioni che in apparenza sembrano dettate da amore e dedizione,
possono in realtà mascherare, infatti, un’inquietante perversione.
(...)
Secondo l’American Academy Pediatrics “si parla di abuso sessuale
quando un bambino è coinvolto in attività sessuali che non può
comprendere, per le quali è psicologicamente impreparato e per le quali
non può dare il proprio consenso e che violano le leggi o i tabù
sociali".
Le attività sessuali possono includere tutte la forme di
contatto oro-genitale, genitale o anale con il bambino, abusi senza
contatto diretto quali esibizionismo, voyeurismo oppure ancora utilizzo
del bambino per la produzione di materiale pornografico.
L'abuso sessuale è un atto sessuale compiuto dall'adulto nei confronti di un bambino (ma anche di un adolescente) che, a causa del grado di sviluppo fisico e mentale che gli è proprio, non è ancora in condizione di acconsentire con cognizione di causa e liberamente all'atto stesso.
Include uno spettro di attività che va dallo stupro all’abuso meno intrusivo.
Nei casi di abuso l'adulto approfitta della grossa differenza nei rapporti di forza esistenti tra lui e il bambino per persuadere o costringere il bambino alla partecipazione: il punto centrale sta quindi nella costrizione alla segretezza che condanna il bambino al silenzio, ponendolo così nell'impossibilità di difendersi e di chiedere aiuto.
In sintesi si può dire che l'abuso sessuale su minori è: L'abuso sessuale è un atto sessuale compiuto dall'adulto nei confronti di un bambino (ma anche di un adolescente) che, a causa del grado di sviluppo fisico e mentale che gli è proprio, non è ancora in condizione di acconsentire con cognizione di causa e liberamente all'atto stesso.
Include uno spettro di attività che va dallo stupro all’abuso meno intrusivo.
Nei casi di abuso l'adulto approfitta della grossa differenza nei rapporti di forza esistenti tra lui e il bambino per persuadere o costringere il bambino alla partecipazione: il punto centrale sta quindi nella costrizione alla segretezza che condanna il bambino al silenzio, ponendolo così nell'impossibilità di difendersi e di chiedere aiuto.
- il coinvolgimento di un bambino in relazioni sessuali da parte di un genitore (incesto)
- lo sfruttamento a scopo di gratificazione sessuale da parte di individui legati al bambino da parentela o conoscenza (ad es. membri della famiglia estesa)
- la violenza sessuale da parte di individui estranei
- la prostituzione
- lo sfruttamento di minori nella produzione di materiale pornografico.
L’abuso sessuale può essere:
- Intrafamiliare: attuato da membri del nucleo familiare, quali genitori (compresi quelli adottivi e affidatari) o da membri della famiglia allargata quali nonni, zii, cugini o amici stretti della famiglia
- Extrafamiliare: attuato da persone conosciute dal minore, quali vicini di casa, conoscenti, etc.
- Istituzionale: attuato da persone ai quali i minori vengono affidati per ragioni di cura, custodia, educazione, gestione del tempo libero all’interno di diverse istituzioni ed organizzazioni (insegnanti, medici, assistenti di comunita’, allenatori, etc.)
- Di strada: attuato da parte di persone sconosciute;
- A fini di lucro: commesso da parte di singoli o gruppi criminali organizzati, quali le organizzazioni per la produzione di materiale pornografico, per lo sfruttamento della prostituzione, agenzie per il turismo sessuale
- Da parte di gruppi organizzati (sette, gruppi di pedofili, etc.), esterni al nucleo familiare
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