venerdì 28 giugno 2013

Africa: bambini soldati

Gli adulti hanno la responsabilità, con i loro modelli di vita, di trasmettere ai bambini dei contenuti che ne permettano la crescita e lo sviluppo psicologico e sociale, in un contesto di pace e affetto. Ma questo non succede in tutte le parti del mondo: molti gruppi guerriglieri dopo averli rapiti alle rispettive famiglie, sottopongono i bambini all'uso di droghe per eliminare in loro dolore e paura e impiegarli così in azioni di lotta armata.
L’impiego di bambini e bambine soldato avviene in molti paesi, tra cui Repubblica centrafricana, Ciad, Costa d’Avorio, Repubblica democratica del Congo, Myanmar, Sri Lanka, Somalia e Yemen.
Spesso i bambini-soldato sono usati come schiavi sessuali, operai, portatori o spie dei gruppi armati. Molte volte vengono usati sui campi di battaglia per feroci attacchi corpo a corpo.
Alcuni sono regolarmente reclutati nelle forze armate del loro Stato, altri fanno parte di armate di opposizione ai governi; in ambedue i casi sono esposti ai pericoli della battaglia e delle armi, trattati brutalmente e puniti in modo estremamente severo. Una tentata diserzione può portare agli arresti e, in molti casi, a una esecuzione sommaria per mano di uno stesso bambino

In Mali e in Uganda Amnesty International ha raccolto i racconti di molti bambini soldato. Di seguito ne riporto due:
“Studiavo alla scuola coranica insieme ad altri 23 alunni. Due mesi fa il nipote del nostro maestro ci ha venduti agli islamisti. Ci hanno inserito in un gruppo di 14 ragazzi che portavano armi da fuoco. All’inizio, mi hanno detto di lavorare nelle cucine. Cucinavamo in una chiesa cristiana occupata. I ribelli ci picchiavano durante le lezioni di Corano perché volevano che pronunciassimo i nomi in arabo come loro”.
“Poi è iniziato l’addestramento a sparare, ci dicevano di mirare al cuore o ai piedi. Prima di andare a combattere, dovevamo mangiare riso mescolato con una polvere bianca e una salsa con una polvere rossa. Ci facevano anche delle iniezioni. A me, ne hanno fatte tre. Dopo le iniezioni e dopo il riso con quella polvere, mi sentivo come il motore di un’automobile, potevo fare qualsiasi cosa per i miei maestri. Immaginavo i miei nemici come cani e tutto quello che desideravo era di sparargli addosso.”
Segoù - Mali
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"Quando i ribelli arrivarono, io uscii dalla nostra casa tremando e con il cuore in gola. E' stata dura. I bambini che erano troppo deboli per camminare erano semplicemente tagliati a pezzetti con delle asce e lasciati a morire sulla strada.
Questo mi spaventò tantissimo. Nella foresta io fui assegnata a un uomo come sua seconda moglie. Se ci si rifiutava di rendere rispetto, … si era picchiati per bene."
Estella - Kitgum, Nord Uganda

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