lunedì 6 giugno 2016

Brasile, bimbi uccisi

per 'ripulire' Rio in vista delle Olimpiadi
 
Un durissimo atto di accusa delle Nazioni unite verso le autorità brasiliane getta un'ombra inquietante anche sulle prossime Olimpiadi: secondo il Comitato Onu sui diritti dell'infanzia la polizia starebbe uccidendo bambini e adolescenti per "ripulire" le metropoli, e soprattutto Rio de Janeiro, in vista dei Giochi del 2016.
In base a informazioni raccolte dai media verde-oro, tra cui il quotidiano 'Estado de S.Paulo', il Comitato con sede a Ginevra ha appena pubblicato un allarmante rapporto sulla condizione della gioventù nel colosso sudamericano. Il tutto all'indomani della divulgazione del nono Annuario brasiliano di pubblica sicurezza, che pure ha mostrato un crescente aumento degli omicidi nel 2014: 58.559, contro i 55.878 registrati nel 2013.

Per l'organo delle Nazioni unite, le forze dell'ordine sono direttamente coinvolte nell'''elevato numero di esecuzioni sommarie di bambini'', spesso accompagnate dall'impunità dei responsabili.
La violenza nei confronti dei minorenni sarebbe ancor più visibile a Rio de Janeiro, dove ''esiste un'ondata di 'pulizia' che mira alle Olimpiadi per presentare al mondo una città senza questi problemi'', ha dichiarato la vice-presidente del Comitato, Renate Winter.

Denunce di questo tipo - viene sostenuto - si sono moltiplicate in occasione dei mega-eventi sportivi organizzati nel Paese. ''Abbiamo già visto episodi simili durante i Mondiali del 2014 e ora chiediamo che il fenomeno venga subito corretto per evitare che si ripeta'', ha affermato il perito Onu, Gehad Madi. Sulla stessa lunghezza d'onda anche la consulente ecuadoregna Sara Oviedo, secondo cui le stragi di bambini in Brasile non sono una novità. ''Ma abbiamo ricevuto informazioni concrete sul fatto che ora si tratta di un modo di 'migliorare l'aspetto' del proprio territorio per poter ricevere manifestazioni internazionali'', ha aggiunto l'esperta. 

Per l'Onu esiste una ''violenza generalizzata'' da parte della polizia, specialmente contro i 'meninos de rua' e quelli che vivono nelle 'favelas'. ''Siamo seriamente preoccupati'', hanno dichiarato i membri del Comitato, che chiedono anche al governo brasiliano l'approvazione immediata di leggi che proibiscano la detenzione arbitraria dei bambini di strada. La risposta delle autorità locali è stata affidata alla segreteria di Pubblica sicurezza. Attraverso una nota viene osservato che quello di Rio è il secondo Stato brasiliano ad aver ridotto maggiormente il tasso di omicidi di bambini e adolescenti tra il 2000 e il 2013, secondo quando illustrato dall'ultima Mappa della violenza realizzata su richiesta del governo federale.

 Leonardo Cioni
fonte:ansa.it

Segui il tuo demone!








Ieri Martina mi ha chiesto come si fa a scegliere la scuola giusta. Mi ha detto che i suoi vogliono che faccia una che a lei non va tanto, che hanno paura che se no non troverà lavoro, o che ne troverà uno un po’ “sfigato”. Le hanno detto anche “Non vorrai mica finire a fare la parrucchiera?!”

È brava, Martina. La migliore della classe. Potrebbe fare davvero qualsiasi scuola, e uscirebbe col massimo dei voti ovunque.
C’è un però, però: lei vuole fare la parrucchiera. Sul serio.
Potrebbe fare l’avvocato, il medico, qualunque cosa: ma tutto quello che sogna è di aprire un negozio da parrucchiera. E ha una paura fottuta di dirlo ai suoi.
Ho preso, e ho scritto alla lavagna questa parola:

εὐδαιμονία

Si legge: eudaimonìa. È greco. E significa "essere in compagnia di un buon demone".

Ho messo via il gesso, mi sono sfregato le mani, e sono partito a raccontare:
«I Demoni non sono quelli cattivi cattivi che conosciamo noi: sono spiriti guida, creature a metà fra l'umano e il divino. Anche Eros...».
 
«Eros?», mi ha chiesto Eldin, dal primo banco.
 
«Coso, Cupido, quello con le frecce!», gli ha risposto Francesca, dietro di lui, dandogli una sberla sulla nuca.
 
Ho sorriso, e ho continuato:
«Beh anche lui, anche Eros, non tutti lo sanno ma in realtà anche lui è un Demone».

«Ah, ecco perché mi piacciono sempre quelli sbagliati!», fa Francesca. Risate.

«No ragazzi. I Demoni non sono cattivi. Ognuno di noi ha dentro un Demone, il suo Demone. E quindi dire che lo stesso Eros è un Demone significa dire che anche l'amore in realtà non viene da fuori, spunta da dentro di noi».

Eldin e un paio di loro si guardano e si sorridono. Li vedi che stanno pensando a qualche doppio senso strano. Le ragazze, invece, improvvisamente
son tutte attente.
«E insomma quello che vi voglio dire è che per i Greci la felicità consiste, semplicemente, nel farlo venire fuori, questo Demone. Nel farlo vedere a sé stessi e agli altri. Nel non permettere al mondo quello che il mondo tutti i giorni cerca di fare».

«E cioè? Cos’è che cerca di fare?», mi chiede Martina.

«Ammutolirlo. Ingabbiarlo, ucciderlo, o sedurci con Demoni che non sono i nostri, che non ci appartengono. Farci credere che il nostro Demone è fare l’avvocato quando magari, lui, è tutt’altra cosa!».
Eldin mi guarda dubbioso:

«Prof, cosa vuol dire "sedurci"?»
«...portarci via con l'inganno. Fregarci, ecco».
Ora anche i maschi sono in silenzio e mi guardano, attenti.

«Quindi sì, è vero, il lavoro. Sì, è vero, la stabilità economica. La sicurezza di fare una scuola che piace ai tuoi genitori, che ti fa dare belle mance dalla nonna e che ti toglie tutti i pensieri. Ma se il prezzo sarà fare fuori il tuo Demone, dimenticarti di lui, lasciarlo lì in un angolo per sempre, forse potrai avere una bella macchina e dei bei vestiti, certo, ma non potrai mai essere davvero felice».

Tutti zitti, ognuno con gli occhi rivolti a un pensiero dentro la propria testa.
«Adesso ho capito tutto!», mi fa Martina, togliendo di bocca la penna che stava mordicchiando.

«Hai capito che cosa vuoi fare da grande?».
«No, ho capito come fa lei ad essere sempre felice, anche se come lavoro fa il professore!».

PS: Ci sono tanti sogni che uno può avere nella vita: uno dei miei (tanti) era di finire in un diario scolastico, così che sopra i ragazzi ci potessero scrivere cose come "I Emoticon heart Giulio" o "Quello stronzo di storia mi ha messo tre!". Ciao, Enrico sedicenne sognatore e un po' cazzone: trovi questo racconto nel diario di ScuolaZoo 2016-17!