Una generazione che rifiuta la luce del sole: vivono la notte, chiusi dentro casa, senza alcuna relazione sociale
di Massimo Ammaniti su http://www.animeclick.it/news/21564-hikikomori-il-mondo-nascosto-degli-adolescenti-giapponesi
«Il giovane Jun a 18 anni fa il test di ammissione in una università ma
non lo supera. Cerca di non scoraggiarsi, continua a studiare da solo,
ma lentamente va alla deriva, fin quando si chiude nella sua stanza,
dorme durante il giorno, di notte legge i testi di filosofia e guarda la
televisione. Occasionalmente prende la sua mountain-bike e di notte
scorrazza per le strade solitarie della città che dorme. E quando
incontra qualcuno dei suoi vicini - racconta ancora Jun - si sente
guardato con diffidenza e a volte con ostilità: è troppo diverso dagli
altri ragazzi.
In un recente congresso sulla salute mentale in Giappone gli psichiatri
hanno discusso la condizione degli hikikomori, i giovani giapponesi,
come il giovane Jun, che rifiutano in modo drastico il mondo della
scuola e le prospettive offerte dalla società degli adulti,
rinchiudendosi nella loro stanza dove si costruiscono un mondo
alternativo abitato esclusivamente da loro. La condizione sociale degli
hikikomori è molto diversa da quella dei ragazzi e delle ragazze che
vivono in occidente, ed è difficilmente riconducibile a una diagnosi
psichiatrica nonostante ne parlino soprattutto gli psichiatri, forse
perché più attenti a queste forme di disagio sociale. Ancora una volta,
come occidentali, ci troviamo disorientati nei confronti di questo
fenomeno giapponese, anche perché le categorie psichiatriche di più
frequente uso circoscrivono il malessere individuale, ma non possono
trasferirsi ai comportamenti collettivi.
La storia emblematica dell´hikikomori Jun è raccontata dal giornalista
americano Michael Zielenziger in un importante testo, Non voglio più
vivere alla luce del sole (Elliot, pagg. 408, euro 22; sottotitolo,
nell´originale "How Japan Created its own Lost Generation") che esplora
il mondo nascosto degli hikikomori. Probabilmente l'occhio del
ricercatore Zieleziger, che si occupa dei rapporti socio-economici fra
occidente e oriente, può farci entrare in questo mondo senza tradurlo
nella terminologia psichiatrica. Che sia una sindrome sociale è
confermato dal numero di hikikomori: circa 850 mila giovani fra i 14 e i
30 anni che vivono praticamente rinchiusi in casa, a carico della
famiglia, incapaci o determinati a non rientrare nel grande flusso
sociale. Quando le pressioni della famiglia, della scuola o del mondo
della produzione diventano troppo opprimenti e allo stesso tempo ci si
sente vittime del conformismo e del rifiuto da parte degli altri, inizia
il progressivo distacco dei giovani dal mondo. E infatti nelle storie
di molti hikikomori ritorna frequentemente il senso di essere stati
rifiutati dal gruppo e di non aver mai trovato nessuna comprensione da
parte degli altri nei momenti di difficoltà.
È solo da poco che la società giapponese ha riconosciuto la difficile
condizione dei giovani che rimangono ai margini della vita sociale. E
anche nella letteratura si riflette il mondo degli hikikomori. Ad
esempio nel romanzo La fine del mondo e il paese delle meraviglie
(Einaudi), Murakami Haruki crea uno scenario che ricorda le stanze in
cui si rinchiudono i giovani hikikomori, una piccola città spettrale,
chiusa dentro le sue mura che la separano dal resto del paese, il mondo
di qua e il mondo di là, due realtà parallele e distanti. E in questa
città gli abitanti si aggirano senza la propria ombra, privi di ogni
sentimento in una sorta di distacco che li mette al riparo dai
sentimenti. Anche in un altro libro di Murakami, Norwegian Wood
(Einaudi), viene esplorato il mondo segreto dei sentimenti e della
solitudine degli adolescenti giapponesi. Il protagonista Toru si sente
diverso rispetto al mondo intorno a lui, continuamente tormentato dal
dubbio di aver sbagliato o di poter sbagliare vincolato a un alto senso
di giustizia personale. Toru, come era successo più di cinquanta anni
prima al giovane Holden, va all´università di Tokyo per studiare, ma si
sente estraneo ai compagni e all´ambiente del suo dormitorio.
Affetti da un´anoressia sociale gli hikikomori rifiutano le suggestioni e
le promesse del mondo degli adulti e si costringono a vivere in modo
monastico circondandoti dai gadget elettronici, con i quali continuano a
comunicare col mondo esterno. In questo modo sfuggono alle pressioni
della scuola e dell´università prima e del mondo del lavoro dopo,
rimanendo fedeli a se stessi e alle proprie aspirazioni interiori.».